Saint X - Alexis Schaitkin Page 0,3

York, una da Boston e un’altra da Miami. La donna che si tuffa è di Minneapolis. Un tizio di Chicago in luna di miele ha lasciato la mogliettina, che ieri sera deve aver mangiato scampi avariati, rintanata in camera.

“È stata lei a dirmi di uscire,” si affretta a precisare. “Sarebbe stato un peccato perdere tutti e due la giornata, visto che comunque non potevo rendermi utile.” Ripetute le parole della moglie, aggrotta la fronte: gli sorge il dubbio di aver frainteso tutto, di non aver superato una delle prime prove del suo matrimonio.

“Benvenuto nei prossimi quarant’anni della tua vita,” commenta il giocatore zelante. Lui e sua moglie sono all’Indigo Bay da due giorni. Che sia chiaro, è bello qui, ma loro preferiscono Malliouhana o Antigua, o si chiamava Anguilla, dove sono stati l’anno scorso. La coppia di Miami ha degli amici che stravedono per Malliouhana.

“Siamo gli unici a trovare il cibo un po’ sotto la media?” domanda il tipo zelante.

La donna di Minneapolis lo trova squisito, ma scandalosamente caro.

“Perché devono trasportare tutto via mare,” sentenzia l’uomo con il costume a delfini.

“Così dicono loro. La verità è che non abbiamo molta scelta,” lo corregge la moglie.

“E il servizio è un salasso.”

“Quando arriva il conto, non lo guardo nemmeno. Firmo e basta.”

“Molto saggio.”

“Per poco, tesoro!” commenta la moglie dell’uomo con il costume a delfini quando lui scaglia la palla dritta in rete. Quel costume lo mette in imbarazzo, ma è un regalo della moglie, ne era talmente entusiasta che temeva di offenderla cambiandolo, benché sospetti che non ne fosse così entusiasta perché convinta che quel regalo lo avrebbe reso felice, ma perché rende felice lei; in un certo senso, preferisce un marito che non deve prendere sul serio. Lui lo ha intuito, ma ha lasciato correre, è crudele e insensato sottolineare l’ipocrisia di intenzioni che lei credeva oneste. Quando fra tre anni divorzieranno, si renderà conto di tutte le cose che ha notato in silenzio e di tutto il tempo sprecato a sorriderle mentre con il pensiero le stava urlando addosso.

Intanto, si discute dei pro e dei contro delle escursioni proposte dal resort. Qualcuno si domanda se valga la pena andare a fare snorkeling a Carnival Cay.

“Ci siamo stati ieri. Vedrete così tanti pesci che dopo vi verrà la nausea,” avverte uno dei mariti newyorkesi.

Gira voce che le immersioni, nel punto in cui tanti anni fa il veliero Lady Ann è affondato a causa di un uragano, siano imperdibili. Qualcun altro ha giocato a golf per tutta la mattina e assicura che il percorso è di prima qualità. La moglie dell’uomo con il costume a delfini ha bocciato la visita al vecchio zuccherificio e alla distilleria di rum. Un altro marito newyorkese consiglia caldamente il picnic romantico a Tamarind Island. La spiaggia è un sogno. C’erano solo lui e sua moglie. Non accenna ai petali di rosa finti che continuavano a scovare, mezzi sepolti nella sabbia, resti delle escursioni romantiche a Tamarind Island di chi è venuto prima di loro, né al fatto che gli sono rimasti impressi, rovinando il ricordo di un’esperienza altrimenti perfetta.

Tra i ragazzi che hanno seguito Alison ce n’è uno basso e muscoloso che porta intorno al collo una treccia di canapa sfilacciata, un ragazzo con una t-shirt decorata con la sigla in greco della sua confraternita e un ragazzo alto e biondo che, incalzato, ammette di frequentare Yale. C’è anche una ragazza, laureata in scienze della comunicazione. Per qualche minuto passano in rassegna le conoscenze in comune nelle rispettive università, in cerca di contatti. La ex del ragazzo con la collana di canapa frequenta lo stesso corso di psicologia comportamentale del tipo della confraternita. La laureata aveva come compagna di stanza al campeggio una ragazza che suona nell’orchestra insieme al biondo di Yale. Il biondo suona il violoncello. A marzo andrà in tour a San Pietroburgo.

“Com’è piccolo il mondo,” commenta quando scopre che un suo ex compagno di squadra del liceo sta nello stesso dormitorio di Alison, a Princeton.

“Sono i nostri mondi a essere piccoli, vorrai dire,” ribatte lei.

Lui ride. “Giusto, Ali.”

“Alison.”

“Giusto, Alison.”

I giocatori battono e schiacciano su uno sfondo bicromatico di sabbia e cielo. Si piegano sulle ginocchia e sospirano dopo un’azione particolarmente faticosa. Osservano Alison. Salta e si tuffa, si lancia dietro la palla. Ha un corpo flessuoso e atletico. Persino quando è ferma, sprigiona energia. Beccato dalla moglie a fissare la ragazza, il tizio dei delfini si finge rapito dallo spettacolo dell’oceano.

Seduta sulla sabbia, Claire resta a guardare e si domanda se i suoi